Le Marche vantano un invidiabile primato, sono la regione più longeva
d’Italia e fra le più longeve d’Europa, ma non è una casualità, tutto
deriva da uno stile di vita, una sorta di “filosofia” che coinvolge il
benessere della persona sia fisico che anche mentale.
Il punto di partenza è la scelta della coltivazione biologica che prima
di tutto rispetta l’ambiente: la sostenibilità ambientale è una scelta
strategica che protegge il territorio e ne preserva la bellezza e
l’armoniosità.
Questo bellissimo territorio nutre lo spirito e regala un mix fra arte
cultura e natura, davvero unico. I prodotti BIO poi sono buoni e
salubri, privi di pesticidi ma ricchi di sali minerali e vitamine.
Questo mix fa bene dunque anche al corpo, oltre che allo spirito, e fa
crescere un comparto che non è più di nicchia, ma una solida realtà, sia
per superficie agricola utilizzata, l’11%, sia per valore: la filiera
produttiva marchigiana nel 2014 è valsa 35 milioni di euro.
Produrre BIO, mangiare BIO rappresentano una scelta di valore di chi si
vuole bene e intende preservare il futuro delle giovani generazioni, ma
anche far vivere al meglio quelle più anziane.
giovedì 29 ottobre 2015
lunedì 26 ottobre 2015
Il piatto Forte la tradizione della pasta
Il
ciclo dei “Giovedì del Gusto” di Regione Marche volge al
termine, dedicando il penultimo appuntamento ad un prodotto principe
della nostra tavola, della nostra cultura, della nostra convivialità:
la pasta. Anche in questo settore le Marche sono una regione dalle
molte tradizioni.
A
Pesaro e nel Montefeltro troviamo i “cappelletti”, tradizionale
piatto dei giorni di festa, simili all’omonimo formato romagnolo,
ma riempiti di carne bovina, suina, cappone e tacchina. Non mancano
poi tagliatelle, tagliolini, pappardelle, maltagliati, fatti di tutte
le misure e tutti gli spessori per “raccogliere” al meglio i vari
sughi, sia di terra che di mare.
Inoltrandosi
nel territorio del Montefeltro troviamo i “passatelli” (serviti
in brodo o asciutti), piatto tipico tradizionale delle festività
pasquali per il forte significato simbolico dei suoi ingredienti:
l’uovo e il pane, simboli di rinascita ed, ancora le “millefoglie”,
grossi quadrati di sfoglia all’uovo utilizzati prevalentemente nei
pasticci al forno.
La
tradizione rustica si sente ancora nelle “cresc’ tajat”, ruvidi
quadrelli di sfoglia a base di farina di mais, ottimi con fagioli,
ceci e fave.
Per
finire segnaliamo i due tipi di pasta più noti: i “vincisgrassi”
(ricchissimo pasticcio), e i lunghi e sottilissimi “maccheroncini
di Campofilone”.
Ai
Giovedì del Gusto è stata offerta l’opportunità di apprezzare la
qualità di alcune di queste produzioni che dal mondo casalingo sono
diventate industriali, senza perdere però di genuinità, cura e
qualità. Accanto ad aziende prestigiose si trovano infatti realtà
più piccole ma altamente qualificate e impegnate a realizzare
prodotti tutti “made in Marche”.
giovedì 15 ottobre 2015
FRESCHISSIMO O FREDDISSIMO: DAL CAMPO ALLA TAVOLA. Ortaggi: Le Marche leader nella III e IV Gamma
Nel contesto de “I Giovedì del
gusto” organizzati a Milano da Regione Marche, si è
parlato molto anche di ortaggi. Pochi sanno infatti che la Regione
Marche rappresenta il “cuore verde d'Italia” che produce la
maggiore quantità delle verdure di III e IV gamma che arrivano
sulla nostra tavola.
Ad esempio l'azienda Ambruosi&Viscardi è leader nella coltivazione e distribuzione di insalata riccia, scarola, pan di zucchero e radicchio rosso da oltre 30 anni.
… Ma la produzione marchigiana non si limita alle verdure fresche, nel surgelato, ad esempio, il Consorzio Ortofrutticolo Valli delle Marche (Covalm) oltre a produrre e commercializzare ortaggi freschi per la trasformazione industriale ed il mercato del fresco, ha un impegno storico anche nella surgelazione di qualità, con due partecipate che sono ormai il punto di riferimento della trasformazione, leader in Italia, fornendo i principali marchi che operano su tutto il territorio nazionale.
Ad esempio l'azienda Ambruosi&Viscardi è leader nella coltivazione e distribuzione di insalata riccia, scarola, pan di zucchero e radicchio rosso da oltre 30 anni.
… Ma la produzione marchigiana non si limita alle verdure fresche, nel surgelato, ad esempio, il Consorzio Ortofrutticolo Valli delle Marche (Covalm) oltre a produrre e commercializzare ortaggi freschi per la trasformazione industriale ed il mercato del fresco, ha un impegno storico anche nella surgelazione di qualità, con due partecipate che sono ormai il punto di riferimento della trasformazione, leader in Italia, fornendo i principali marchi che operano su tutto il territorio nazionale.
Da oggi in poi quindi, quando
acquistate una verdura surgelata, pensate che all'interno troverete
un “pezzetto” del meraviglioso territorio marchigiano.
venerdì 9 ottobre 2015
OLIO, ENERGIA PER LA VITA. Gli oliomonovarietali marchigiani e…. non solo
Nel contesto dei “Giovedì del Gusto”, organizzati da Regione Marche
in occasione di Expo 2015, un appuntamento è stato totalmente dedicato
all’olio, in particolare all’olio monovarietale, protagonista della
Rassegna Nazionale Olii Monovarietali, giunta quest’anno alla 12°
edizione.
L’olivo è radicato da secoli nel territorio marchigiano. Si parla dell’olio di oliva delle Marche e della sua qualità già nel periodo medievale, più precisamente nel periodo delle Signorie, quando “l’olio de Marchia” doveva essere separato dalle altre produzioni similari per essere rivenduto a un prezzo superiore in virtù del suo colore e sapore.
La ricchezza dell’olivicoltura marchigiana è oggi legata a un patrimonio genetico estremamente variegato; le numerose varietà autoctone caratterizzano fortemente il prodotto marchigiano e lo arricchiscono di storia, cultura, tradizione e paesaggio. Tali varietà sono diffuse da secoli in areali circoscritti e si sono adattate nel tempo alle caratteristiche climatiche e pedologiche locali.
Oggi il settore si distingue per una forte vitalità, un sempre maggiore numero di imprese che producono e confezionano ed un’attenzione crescente alla qualità.
Nel 2004 è stata riconosciuta dall’Unione europea la DOP Cartoceto, prima Denominazione di Origine Protetta per l’olio extravergine di oliva nelle Marche, nel 2006 è stata riconosciuta, a cavallo tra le province di Ascoli Piceno e di Teramo, la DOP per l’oliva da mensa Oliva Ascolana del Piceno.
Infine grazie al QM-Qualità Marche, il marchio regionale di qualità, molti oli possono fregiarsi della certificazione di olio monovarietale autoctono marchigiano. Anche l’IGP Marche è un progetto in dirittura d’arrivo.
L’olivo è radicato da secoli nel territorio marchigiano. Si parla dell’olio di oliva delle Marche e della sua qualità già nel periodo medievale, più precisamente nel periodo delle Signorie, quando “l’olio de Marchia” doveva essere separato dalle altre produzioni similari per essere rivenduto a un prezzo superiore in virtù del suo colore e sapore.
La ricchezza dell’olivicoltura marchigiana è oggi legata a un patrimonio genetico estremamente variegato; le numerose varietà autoctone caratterizzano fortemente il prodotto marchigiano e lo arricchiscono di storia, cultura, tradizione e paesaggio. Tali varietà sono diffuse da secoli in areali circoscritti e si sono adattate nel tempo alle caratteristiche climatiche e pedologiche locali.
Oggi il settore si distingue per una forte vitalità, un sempre maggiore numero di imprese che producono e confezionano ed un’attenzione crescente alla qualità.
Nel 2004 è stata riconosciuta dall’Unione europea la DOP Cartoceto, prima Denominazione di Origine Protetta per l’olio extravergine di oliva nelle Marche, nel 2006 è stata riconosciuta, a cavallo tra le province di Ascoli Piceno e di Teramo, la DOP per l’oliva da mensa Oliva Ascolana del Piceno.
Infine grazie al QM-Qualità Marche, il marchio regionale di qualità, molti oli possono fregiarsi della certificazione di olio monovarietale autoctono marchigiano. Anche l’IGP Marche è un progetto in dirittura d’arrivo.
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